06 Luglio 2022, oggi mi aspetta la Francia, alle 5 sono già sveglio e mi preparo. Vado in cucina e a sorpresa trovo la signora Rossana ancora in vestaglia, che mi sta preparando la colazione. Ci teneva a salutarmi di persona e quindi prima facciamo colazione insieme e poi mi saluta dicendomi di non preoccuparmi, che dopo il Monginevro è tutto in discesa fino a Briancon. Infatti il problema sarà prima! Neanche il tempo di scaldarmi le gambe che mi ritrovo in salita, con una bella pendenza che mi fa imprecare di prima mattina. Per fortuna non dura molto, ma iniziare subito cosi, con un bello strappo, non è facile. Nel frattempo il sole fa capolino dalle montagne e la luce nella val di Susa cambia. Prendo una strada sterrata tra i boschi che mi porterà con una pendenza dolce e senza difficoltà fino a Cesana, dove mi fermerò per una pausa, prima di prendere la statale per un breve tratto che mi porterà all’inizio delle gorge di San Gervaso.
Mi aspettavo qualche turista/escursionista, invece incontro solo una coppia che sta scendendo, con cui scambio qualche parola e che mi consiglia di non seguire le indicazioni per Claviere, ma di continuare seguendo il torrente, perché mi perderei tutto il bello delle gorge. La giornata è stupenda e mi sto divertendo a salire sopra delle passerelle di legno per andare da un parte all’altra del torrente. Alcuni tratti sono un po’ stretti e la passerella di legno ogni tanto fa dei rumori strani, quando ci cammino sopra, sotto il mio peso non indifferente. Alzo gli occhi al cielo e sopra di me vedo il ponte tibetano più lungo d’Europa, anzi lo era, forse adesso è il secondo, ma poco importa, è spettacolare vederlo da sotto ( io non ci salirei mai sopra).
Alla fine delle gorge si trova una cascata e di fianco una bella scalinata che mi porterà su a Claviere. La vista sembra un paesaggio del Signore degli Anelli o del Trono di Spade, insomma è meravigliosa. La scalinata alla fine si rileva abbastanza impegnativa, forse senza zaino sarebbe stata più piacevole e inoltre il caldo inizia a farsi sentire prepotentemente, ho letto che sarà una delle estati più torride degli ultimi anni. Dopo la scalinata, mi ritrovo sui prati di Claviere che probabilmente in inverno sono delle piste da sci di fondo e poco dopo trovo il cartello “France”. Mi fermo un attimo, un passo in più e l’Italia sarà dietro di me: un bel respiro e un ulteriore passo.
La strada sale ancora un po’ fino al Monginevro, oltrepasso le cabinovie e dopo un po’ sulla sinistra inizia un sentiero in discesa che mi porterà fino a Briançon. Sembra strano ma qui in Francia pare che sia cambiata la vegetazione o forse è solo una mia sensazione. In breve tempo il sentiero si trasforma, a tratti, in pietraia, che non è affatto piacevole per i piedi. Inoltre continuo a camminare in solitaria, non incontro nessuno se non un paio di ragazzi che con zainetto e bottiglia di acqua in mano scendono velocemente e mi fanno giusto un rapido saluto. Da qualche parte, non so dove, sbaglio strada e al posto di arrivare direttamente alla fortezza di Briançon devo prendere per la strada statale, che qui in Francia si chiama nazionale, per entrare in città. La discesa mi ha spezzato le gambe, i piedi, le caviglie, arrivo sfatto all’ufficio del turismo di Briançon, dove mi dicono che la parrocchia St. Catherine Parish dovrebbe accogliere i pellegrini, ma devo far presto perché sono già le 17 e potrei non trovare più nessuno. Con google maps aperto mi fiondo tra le vie di Briançon, il cellulare è praticamente scarico, ma arrivo giusto in tempo, prima che si spenga. Mi accolgono una suora e una signora, ma dal quel poco che capisco pare che debbano chiedere prima l’autorizzazione al parroco, che al momento non è raggiungibile al telefono. Sono completamente distrutto, sudato, puzzolente e con le gambe a pezzi e spero solo di non dovermi mettere a cercare un posto per dormire. Finalmente riescono a parlare con il parroco che dà il permesso di accogliermi. Mi portano nell’altra sala e mi dicono che posso dormire su uno dei due divani. Mi basta solo uno sguardo per capire che non ci sto su nessuno dei due. Poi mi portano in cucina, se voglio mi posso cucinare qualcosa (ma non ho niente da cucinare) e mi fanno vedere il bagno. Mi accorgo che non ho visto una cosa fondamentale, la doccia, gli chiedo dove sia e mi rispondono con naturalezza che la doccia non c’è e che se voglio posso darmi una lavata nel lavandino delle stoviglie in cucina. Non ho le forze per rimettermi lo zaino sulle spalle per cercare un altro posto, sono un pellegrino e mi adatterò. Rimango solo, per fortuna dietro ad uno dei divani vedo un materasso, lo prendo, lo butto per terra, puzza un po’ ed è sporco, ma almeno ci sto e userò il sacco a pelo. Mi lavo a pezzi, per quello che posso nel lavandino ed esco per mangiare qualcosa. Trovo un kebbaro in una piazza, va benissimo per cena, mentre aspetto quasi mi addormento al tavolo dalla stanchezza. Quando ritorno alla parrocchia, il tempo di sdraiarmi e già dormo, non saranno neanche le 21.
Max elevation: 1859 m
Min elevation: 1128 m
Total climbing: 5111 m
Total descent: -4857 m
Total time: 10:27:56