13 Agosto 2022, oggi mi aspetta una tappa lunga— almeno per i miei standard: più di 30 km. Edna ci prepara una colazione all’inglese, anche troppo abbondante per l’ora. Alle 5 del mattino non riesco proprio a mandare giù pomodori cotti con uova e altre cose del genere, così salto buona parte della colazione.
Sono il primo a partire. Essendo il più lento del gruppo, preferisco mettermi in cammino con un po’ di anticipo. Attraverso campi di soia e praterie immerse nel silenzio dell’alba. Dopo pochi chilometri vengo raggiunto e superato da Eugenio e Luise: hanno un passo da maratoneti, dovrei quasi mettermi a correre per stargli dietro. Poco dopo mi passa anche Ezio, che, sorridendo, mi dice che è impossibile stare dietro a quei due.
Io continuo con il mio passo che sarà lento per altri, ma è costante. Quando raggiungo il piccolo paese di Pouylebon più o meno sono a metà della tappa. Vedo in lontananza gli altri che si stanno già rimettendo in cammino, mentre io approfitto per fare una pausa. Il paese è talmente piccolo che non c’è neppure un’attività commerciale. Cerco, come ormai di consueto, una fontanella— e la trovo nel piccolo cimitero.

La seconda parte della tappa si snoda tra dolci collinette. Il tracciato del GR porta a visitare la chiesa di Saint-Christophe, ma la trovo chiusa. Poco male: sfrutto ancora una volta il cimitero lì vicino per cambiare l’acqua nelle borracce e farmi una “semi-doccia” rinfrescante. Il caldo inizia a farsi sentire seriamente.
Qualche chilometro più avanti sia Eugenio che Ezio mi avvertono di prendere la strada provinciale nell’ultimo tratto, in quanto il GR li sta facendo salire su delle colline per dei sentieri, ma con pendenze molto dure. Accetto il consiglio e mi faccio gli ultimi 7 km su strada, su un lungo rettilineo infinito.
Arrivo a Marciac addirittura prima degli altri. Li aspetto per pranzare insieme, poi ci dirigiamo verso il Gîte Tour Saint-Jacques. L’ostello è allestito all’interno di in una vecchia torre: si sale ai piani superiori con una stretta scala a chiocciola, e ad ogni piano c’è una camerata con i letti a castello. Al piano terra ci sono le docce, la cucina e un bagno alla turca. Tutto è un po’ scomodo e manca totalmente di privacy: le porte del bagno e delle docce non sono a chiusura completa, e nella stanza aleggia anche una certa puzza… diciamo che non è il massimo dell’ospitalità. Il lato positivo, però, è la cena: la famiglia marocchina che gestisce l’ostello ci prepara un couscous davvero ottimo.
Dopo cena restiamo seduti a chiacchierare e chiediamo ai gestori un paio di bottiglie di vino rosso. Stasera non si andrà a dormire alle classiche ore 22.
Eugenio e Luise, però, sono messi male: i piedi sono devastati dalle vesciche. Decidono che domani non potranno camminare e che dovranno trovare mezzi alternativi per spostarsi.
Il Cammino, a volte, è anche questo: ascoltare il proprio corpo e accettare i suoi limiti.
Max elevation: 336 m
Total time: 09:13:28