23 Settembre 2022, mi sveglio piangendo. Sto malissimo. Non ho dormito per niente, ho la febbre e un fortissimo mal di gola. Durante la notte ho battuto i denti per i brividi di freddo, poi ho fatto una mega sudata. Dal letto di sopra Filippo mi sente e mi chiede come sto.
Gli rispondo: «Per niente bene».
Siamo gli ultimi nella camerata, tutti gli altri si sono già svegliati e sono già partiti verso Santiago. Cerco di recuperare un minimo di forze, e mentre mi preparo continuo a ripetermi nella mente:
Ho camminato con il mal di pancia, con una contrattura al polpaccio, con una tendinite tibiale…
Camminerò anche oggi.
A Santiago ci arrivo, ci devo arrivare.
Siamo pronti.
Usciamo e iniziamo l’ultima tappa. Non ho molto fiato, faccio moltissima fatica, ma Filippo non mi lascia un minuto. Meno di 20 km.

Il percorso è un continuo sali e scendi.
In salita non vado, ho il fiatone.
Filippo mi dice di fermarmi, di riposare,
vede che sto faticando troppo.
Mi fa così male la gola che faccio fatica anche solo a bere l’acqua.
Meno di 10 km.

Mi scompare anche la voce. Non riesco nemmeno a chiamare Filippo, che è a tre metri davanti a me. La voce mi torna solo dopo aver mangiato un ghiacciolo —
l’unica cosa che riesco a mandare giù.
Ma è sufficiente: acqua e zucchero.
5 km, solo 5 km.

La quantità di pellegrini è ormai infinita. Sono ovunque: sorridenti e rilassati. Finalmente vediamo le prime case di Santiago e mentre si scende verso la città, le emozioni iniziano a salire.
Aspettiamo un po’ per farci una foto con la scritta Santiago all’ingresso della città, ma non abbiamo fretta: gli altri sono già tutti arrivati da un paio di ore. Ci fermiamo in un bar, dove riprendo la voce grazie all’ennesimo ghiacciolo. È come se non volessimo finire la tappa, stiamo rimandando il più possibile l’arrivo in piazza.
Gli ultimi 2 km. Avevo già detto a Filippo che volevo arrivare in piazza da solo. Sono partito da solo da Beinasco, e voglio finire da solo. Lui capisce benissimo, gli chiedo se vuole andare avanti o seguirmi a distanza.
Mi risponde:
«Ti seguo… perché nelle città mi perdo sempre!»
Mi fa ridere.
È vero: nelle città si è sempre perso, non riesce mai a vedere i segnali del Cammino.
Mi incammino per questi ultimi metri nel centro di Santiago. I pensieri mi arrivano tutti insieme e alla fine è come se non pensassi a niente. Il suono della cornamusa mi accoglie sulla piccola rampa di scala che mi porta giù, verso la piazza.
Ho lo sguardo basso, continuo a camminare fino ad arrivare al centro della piazza. Mi tolgo lo zaino, mi giro e…finalmente eccola, la Cattedrale di Santiago. Davanti a me. Sono partito da Beinasco 84 giorni fa e incredibilmente sono arrivato a Santiago.
Dopo qualche minuto arriva Filippo. Ci abbracciamo e lo ringrazio. Oggi mi ha dato una grande mano a completare questi ultimi chilometri. Arrivano anche gli altri e ci ritroviamo tutti in piazza. Avevo avvertito il mio amico Marco dell’ora del mio arrivo, e per pura fortuna è riuscito a catturare il nostro arrivo dalla webcam della piazza e mi manda le foto. È una sorpresa magnifica: vederci in quegli abbracci, in quel preciso istante.

Dopo esserci goduti la piazza, e vedere l’arrivo di altri pellegrini con tutte le loro emozioni, con Filippo mi dirigo verso l’ufficio del pellegrino per ritirare la Compostela e la “certificazione” dei chilometri percorsi: 2020 km.
Nel frattempo l’adrenalina e la felicità mi hanno fatto passare il mal di gola e la febbre. Cerchiamo da dormire, ci separiamo in questo, io con Filippo Alessandro e Sara troviamo una camera alla pensione Pumar, vicino alla cattedrale, siamo stati molti fortunati, la città è strapiena di pellegrini e turisti.
Nel pomeriggio, con Sara, entriamo nella Cattedrale. Nella cripta penso che sono partito dalla chiesa di San Giacomo a Beinasco e ora mi ritrovo davanti alle reliquie di San Giacomo. Anche se non sono cattolico mi viene naturale e spontaneo ringraziarlo, per avermi permesso di fare questo Cammino.
Ci sediamo sui gradini della navata laterale per assistere alla messa del pellegrino. La cattedrale è stracolma. All’inizio della messa, come benvenuto, viene letto un elenco dei pellegrini giunti a Santiago nelle ultime 24 ore: vengono detti il paese di partenza e la nazionalità. Quando vedo degli uomini con una tunica in rosso che iniziano le operazioni per far volteggiare il Botafumeiro, probabilmente il più grande incensiere del mondo. Con delle corde lo fanno volteggiare per tutta la navata della cattedrale. L’odore d’incenso ci avvolge, e vederlo volteggiare così in alto, quasi a sfiorare il soffitto, è uno spettacolo emozionante. Ed è in questo momento che mi sento completamente svuotato, leggero, libero,
Il mio Cammino finisce qui,
anche se so che
sarò sempre — e per sempre — in cammino.
Basta solo fare quel passo in più.
Max elevation: 453 m
Total time: 06:49:03



















