07 Settembre 2022, esco dall’albergue che è ancora buio, ho lasciato Filippo in camerata: lui è sempre troppo lento al mattino. Mi dirigo verso il primo bar aperto per fare colazione. Ci sono un po’ di pellegrini: ormai ci si riconosce, siamo il solito gruppo che parte dalle sette in poi.

Mi metto in cammino e, poco fuori dalla città, il cielo ci regala una bellissima alba, con dei colori accessi spettacolari. Abbandono la strada per immettermi su un lungo rettilineo sterrato, lungo ben 17 km: è il tratto più lungo senza località intermedie di tutto il Cammino Francese. Incrocio solo un food truck, dove praticamente si fermano tutti per una pausa. Rivedo anche Mara, che cammina con gruppo di spagnoli e argentini che ormai chiama “La famiglia”.

La tappa sembra interminabile. Quando la strada è tutta uguale e non si incontrano puebli, tutto diventa monotono e anche un po’ noioso. Filippo, nel frattempo, mi ha raggiunto e sorpassato: oggi ha di nuovo il fuoco nella gambe e va molto veloce.

Arrivo finalmente al primo pueblo, Calzadilla de la Cueza, dove mi fermo al bar albergue che si incontra subito all’ingresso. Sento parlare italiano dietro il bancone: i gestori sono italiani, l’ambiente è molto bello e la musica del nostro Vasco Rossi risuona all’esterno.

Riprendo la marcia: mi mancano ancora più di 10 chilometri. Arrivo a Terradillos de los Templarios, che secondo varie guide dovrebbe essere la fine tappa, ma con Filippo decidiamo di proseguire fino a Moratinos. Seguendo le indicazioni, ci ritroviamo in mezzo ai campi: il giallo del terreno contrasta con il cielo azzurro e le sue nuvole bianche.

Arriviamo a Moratinos e ci fermiamo al primo albergue per chiedere se ci sono letti per la notte, ma l’hospitalero ci dice che è al completo. Nel frattempo vediamo Giancarlo, che invece ha trovato posto per dormire. Al bar dell’albergue facciamo conoscenza con Matteo, diventato un po’ famoso nei vari gruppi social del cammino: è un italiano che vive lungo il cammino e ora si trova qui per aiutare, facendo anche i timbri in cera lacca sulle credenziali.

Con Filippo decidiamo prima di trovare un posto per dormire e poi tornare da Giancarlo e Matteo per bere una birra insieme. Troviamo posto all’Albergue Hospital San Bruno, gestito da italiani. Insomma, Moratinos sembra una piccolissima colonia italiana. Ovviamente la proprietaria è anche la cuoca e ci promette una carbonara sublime per la cena, che non fatichiamo ad accettare.

Conosciamo anche meglio l’hospitalero, anche lui italiano. Ci dice che era in cammino e poi si è fermato qui da qualche settimana, accettando la proposta dei proprietari di dare una mano. Una cosa un po’ particolare: il suo cammino, per ora, si è fermato in questo albergue, ma dai suoi occhi si capisce che è contento della scelta.

Dopo esserci sistemati, torniamo da Giancarlo e Matteo. Mentre beviamo una birra insieme, ci facciamo fare il timbro in cera lacca sulla credenziale: uno dei timbri più belli di tutto il cammino. I discorsi sono tutti incentrati sul cammino, sul “virus del cammino” che si prende, che ti cambia dentro e ti porta a vivere in un certo modo, Matteo ha fatto vari cammini ed è un piacere parlare con lui.

Lo salutiamo solo perché ci aspetta la carbonara. Con noi si aggrega anche Giancarlo, anche se dorme dalla “concorrenza”. Durante la cena si instaura un rapporto di amicizia più forte con lui: si scherza, si ride, e la carbonara, ovviamente è ottima.

Andiamo a dormire soddisfatti e contenti di questa giornata.

Total distance: 30860 m
Max elevation: 963 m
Total time: 08:41:00
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