04 Settembre 2022, oggi la tappa sarà corta, quindi me la prendo con calma: sono l’ultimo a uscire dall’ostello e a mettermi in cammino. Appena uscito da Hornillos, il paesaggio è lo stesso del giorno precedente, con in lontananza una serie di pale eoliche che fanno compagnia in questo scenario arido. Ultimamente sto camminando in solitaria per lunghi tratti, mi metto un po’ di musica e posso permettermi di cantare a squarciagola come a un concerto: gli altri pellegrini sono cosi lontani che non mi possono sentire.

Ho già percorso più di metà tappa quando arrivo ad Hontanas. Mi fermo nel primo bar all’ingresso del paese, mi siedo a un tavolino fuori e mi soffermo a guardare i pellegrini che vanno e vengono: alcuni arrivano e si fermano, altri continuano. È un flusso costante che non si ferma mai.

Nel flusso dei pellegrini riconosco, con le sue treccine, Maria, che mi vede e mi raggiunge al tavolino. Parliamo della serata karaoke divertente di ieri sera e delle sue vesciche, che la costringono ad una andatura lenta: un’altra vittima di calze e scarpe non adatte. Ripartiamo insieme, mi va bene andare piano: in teoria mancano meno di 10 km alla fine della tappa. Maria è una ragazza, diciamo, un po’ “fuori di testa”: a volte ride all’improvviso, insomma è particolare…ma chi è che non lo è, in questo cammino? Certo, lei è più particolare di altre persone.

Arriviamo ai resti del convento de San Antón: nel medioevo era un famoso ospedale dove veniva curato il cosiddetto “Fuoco di Sant’Antonio”. Tra queste rovine è presente anche un piccolo albergue che ospita pellegrini: si tratta di una piccola camerata con pochi posti letto e senza corrente elettrica, l’essenza della semplicità. Maria decide di fermarsi qui per la notte: i suoi piedi chiedono pietà, ma soprattutto è affascinata da questo posto. Prima di salutarla, attraverso lei conosco anche Mara, una donna italiana che ha iniziato il cammino da Burgos e sta camminando insieme a una ragazza argentina. Di Mara noto subito il cappellino attaccato al suo zaino, un cappellino con la scritta “Liberate Chico”: Chico Forti, un italiano detenuto ingiustamente negli Stati Uniti.

Vista la quantità di pellegrini sulla strada e non avendo prenotato niente per la notte, decido di ripartire. Saluto Maria e Mara e mi incammino verso Castrojeriz.

L’ultimo tratto è un lungo rettilineo su strada, con sullo sfondo una collina con una fortezza in cima. Mentre cammino, riesco a prenotare con il cellulare l’Albergue Rosalía: ci sono troppi pellegrini per strada e non vorrei girare troppo per le vie di Catrojeriz per trovare dove dormire. L’Albergue Rosalía è situato in un vecchio edificio di più di 500 anni, ma l’interno è molto ben tenuto: non ci sono letti a castello, ma solo letti singoli in camerate. Declino la cena comunitaria prevista alle 18: mi sembra un attimino un po’ troppo presto, non sono ancora pensionato.

Dopo la classica doccia e il classico bucato di giornata, esco alla scoperta di Castrojeriz, che però si rileva una cittadina noiosa. A cena mi ritrovo da solo e, dopo un giretto, me ne torno in albergue, dove la mia camerata è già piena. Siamo tutti nei letti prima delle 21, nessuno dorme, ognuno è con il proprio cellulare, perso nei propri pensieri.

Total distance: 21173 m
Max elevation: 992 m
Total time: 06:16:51
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