18 Agosto 2022, iniziamo la tappa sotto la pioggia. Poco dopo, presso la cattedrale di Oloron, troviamo il cippo che ci ricorda che mancano 948 km a Santiago(anche se un paio di giorni fa erano 930!). E’ in questo posto, in questo momento, che la mia strada e quella di Eugenio e Ezio si separano. Io vado verso Saint-Jean-Pied-de-Port, prendendo la via del Cammino del Piemonte, mentre loro continueranno sulla via di Arles e andranno verso Somport. Entreranno in Spagna da quel passo: Eugenio terminerà il suo cammino a Jaca tra qualche giorno, mentre Ezio continuerà fino a Santiago.

Gli abbracci sono forti e sinceri, soprattutto con Ezio. Abbiamo praticamente attraversato tutta la Francia insieme, ci siamo fatti coraggio a vicenda nei passaggi più impegnativi, ci siamo divertiti ma abbiamo anche discusso. Siamo due persone completamente diverse ma sincere, e alla fine siamo sempre riusciti a capirci.

Dopo i saluti, prendo la mia strada. La pioggia si fa sempre più intensa e mi fermo dentro l’androne di un palazzo. Realizzo che ora sono solo. Durante o al termine della tappa non incontrerò più le persone con cui ho condiviso questo cammino fino ad oggi. Un velo di tristezza mi avvolge. Ma dopo la tristezza arriva una nuova carica, una nuova energia: è un nuovo inizio. Oggi comincia un nuovo cammino.

Un nuovo cammino che però non inizia nei migliori dei modi. La tendinite tibiale inizia a farsi sentire in tutto il suo dolore. La tappa, per fortuna, non presenta difficoltà, se non la pioggia incessante. Mi fermo in un piccolo paese, sotto il porticato di una chiesa. Mentre sono seduto ad aspettare che la pioggia dia un po’ di tregua, la signora del negozio di alimentari lì accanto mi nota e mi fa cenno di entrare nel suo negozio per ripararmi. La ringrazio, e con mia sorpresa mi dice che per i pellegrini caffè e brioches sono offerti. Accetto volentieri questa colazione e questa accoglienza, e scambio qualche parola anche con i pochi clienti che entrano.

Dopo un po’ smette di piovere e il cielo inizia ad aprirsi. Riprendo il cammino, ma dopo pochi chilometri sono costretto a fermarmi in un altro piccolo paese: la caviglia è gonfia e il dolore sta aumentando. Prendo un antidolorifico e spero che faccia effetto al più presto.

Mi accorgo che mi sono fermato alla fermata di un bus. Sulla pensilina ci sono gli orari: il bus arriva fino a Saint-Jean-Pied-de-Port. La tentazione è forte. Sono saturo della Francia e voglio arrivare in Spagna il prima possibile. Il morale è un po’ basso e la caviglia è in pessime condizioni. Per fortuna, il bus è previsto solo nel pomeriggio e non ha senso aspettare tutte queste ore. Mancano meno di 8 km alla fine della tappa. Mi metto lo zaino in spalla, scaccio via i pensieri negativi e mi rimetto in cammino.

Arrivo al villaggio dove si trova il Gîte pelèrins Hôpital-Saint-Blaise. Vado a chiedere le chiavi dell’ostello alla chiesa, dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Sarà la pioggia o forse la stanchezza, ma non ci trovo nulla di particolare in questa chiesa. Dopo che la ragazza mi ha consegnato le chiavi– anzi, il codice per entrare – mi dirigo all’ostello, situato nella strada adiacente.

L’ostello è un po’ piccolo e triste. È presente una cucina, ma nei dintorni non ci sono negozi di alimentari. È possibile acquistare alcune pietanze da scaldare al microonde tramite una macchinetta automatica fuori dall’ostello. È quello che sono costretto a fare: compro una zuppa per pranzo.

Dopo un’ora dal mio arrivo, la tendinite tibiale mi presenta il conto della giornata. Non riesco a distendere il piede nemmeno di un centimetro. I muscoli e i tendini della caviglia mi tirano: in questo momento ho praticamente ho una gamba inutilizzabile, e la cosa inizia a preoccuparmi.

Mentre sto riposando nel letto arriva un ragazzo italiano che ha iniziato il suo cammino da Lourdes. È completamente fradicio: la pioggia non da tregua. Poco prima di cena arriva un gruppetto di persone anziane, che avevo già intravisto il giorno precedente. Sono marito, moglie e la sorella di lei. La moglie è malata, non riconosce le persone e sembra sempre spaesata, ma riceve le cure amorevoli del marito e della sorella. Sono arrivati distrutti perché hanno camminato tutto il tempo sotto la pioggia.

Guardandoli, mi danno la forza di non pensare più in modo negativo alla mia caviglia. Domani sarà un altro giorno, e sono sicuro che sarò in cammino.

Total distance: 22321 m
Max elevation: 300 m
Total time: 06:00:02
Download file: Tappa48-Oloron_Hospital_Saint_Blaise.gpx