21 Settembre 2022, mi sveglio prima di tutti, mi preparo velocemente e in silenzio. Quando sto per uscire, gli altri sono svegli e mi guardano un po’ stupiti di verdermi già pronto. Ci sono già tanti pellegrini sulla strada, quasi tutti con solo lo zainetto in spalla. Lo zaino vero lo spediscono alla prossima tappa. Mi metto le cuffie per ascoltare un po’ di musica e non il brusio delle voci degli altri.

Ogni due o tre kilometri si incontra un pueblo, ogni bar è pieno. Addirittura, in uno sento il proprietario chiedere un euro per l’uso del bagno. Ormai siamo considerati solo dei turigrini (turisti-pellegrini), e i prezzi sono tutti aumentati. Devo dire che mi è sceso un po’ lo “scazzo” in queste ultime tappe. Non vedo l’ora di arrivare a Santiago. Non mi aspettavo tutta questa folla negli ultimi chilometri, che secondo me “rovina” un po’ il Cammino.

Arrivo a Melide, dove è quasi obbligatorio fermarsi per pranzare con il pulpo a la gallega. Filippo, Sara e Alessandro sono già alla Pulperia A Garnacha, anche se la più famosa Pulpería Ezequiel si trova qualche decina di metri più avanti. A quanto pare, c’è una bella sfida tra questi due locali per il polpo migliore.

Il pulpo, ovviamente, è ottimo. Nel frattempo arrivano anche Giancarlo e Mauro. Il locale è pieno, nonostante non sia neanche mezzogiorno. Inizio a preoccuparmi che sarà complicato trovare da dormire questa notte: nessuno di noi ha una prenotazione.

Mi rimetto in cammino. La situazione “pellegrini sulla strada” migliora un po’, ma credo solo perché molti sono più avanti. In un boschetto compare la pietra miliare con la segnalazione che mancano meno di 50 km a Santagio. Meno di 50 km. Non ci credo. Sempre più vicino alla fine.

Sara mi scrive che si è fermata nell’albergue municipale di Ribadiso. Dice che il posto è molto bello e ci sono ancora posti letto. Quando arrivo, effettivamente il posto è bello, si affaccia su un torrente e ci si può rilassare con i piedi a mollo. Incontro Sara nell’Albergue de peregrinos e vado a farmi assegnare un letto. Quando entro nella camerata, mi assegnano un letto sopra, non uno in basso. La camerata è piena e non posso scegliere un altro letto. Appoggio lo zaino a terra, mi guardo intorno, sento un’energia negativa in questo posto. L’istinto mi dice che non va bene.

Esco fuori e inizio a chiamare gli albergue nelle vicinanze, che poi alla fine sono solo un paio. Uno mi risponde: ha solo una camera privata disponibile che prenoto al volo. Rientro al municipale, prendo lo zaino, l’hospitalera mi guarda un po’ perplessa. Mi dice che non mi rimborsa i 7 euro, anche se non ho chiesto nulla. Mi dirigo alla Pensión Albergue Los Caminantes, a meno di 50 metri dal municipale, e mi accomodo nella mia camera privata con bagno e doccia tutta per me.

Il pomeriggio lo passo con i piedi a mollo nella acqua fredda del torrente, con Chiara e Giancarlo. Guardiamo i tanti pellegrini che passano sul ponte sopra di noi.

Abbiamo trovato tutti da dormire, anche se siamo un po’ sparsi. Chiara e Sara sono al municipale, Giancarlo e Mauro hanno trovato un albergue a un chilometro più avanti, invece Filippo e Alessandro, i camminatori instancabili, sono arrivati ad Arzua, che è il fine tappa ufficiale di molte guide.

Per cena andiamo nell’unico ristorante/bar della zona, insieme a Sara e Ania, una ragazza spagnola che Sara ha conosciuto negli ultimi giorni. Le risate si sprecano quando Ania deve spiegarci a gesti qualche parola in spagnolo che non capiamo. L’atmosfera è rilassata. Mi guardo intorno e vedo solo pellegrini sorridenti e contenti.

Total distance: 29632 m
Max elevation: 645 m
Total time: 07:39:43
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